Sorano si trova in provincia di Grosseto ed è un altro borgo maremmano situato, come Pitigliano, nel cuore dell’Area del Tufo e arroccato su una rupe tufacea. Se siete alla ricerca di luoghi dove poter staccare la spina dallo stress https://tuttopitigliano.com/blog/ della quotidianità e riempirvi gli occhi di bellezze naturali e culturali, facendo un tuffo nel passato, ciò che fa per voi è un bell’itinerario alla scoperta dei borghi più belli d’Italia, di cui la Toscana è ricca. Lo vedrete già in lontananza, arroccato in cima ad una rupe basaltica, con il Castello che Ghino il Tacco amministrò alla fine del XIV secolo, la cui origine però è di due secoli precedente. Il popolo degli etruschi ha vissuto qui e moltissime sono le tracce del suo importante passato.
Questa si trova proprio in corrispondenza del punto terminale dell’acquedotto e venne costruita nel 1545, quando i lavori ingegneristici per portare l’acqua al centro urbano non erano ancora terminati. Già ad una prima occhiata si noteranno i resti dell’acquedotto mediceo che caratterizzano la parte iniziale del borgo. L’acquedotto è composto da un totale di 15 archi, di cui i primi due di dimensioni ragguardevoli. La sua costruzione fu cominciata nel XVI secolo, ma a causa di grosse difficoltà dovute all’asprezza del territorio e alla notevole altitudine del borgo rispetto ai tre corsi d’acqua che scorrono nella vallata sottostante, venne completata solo nel 1639. In quell’epoca il territorio era già sotto la proprietà della famiglia dei Medici, da cui l’aggettivo “Mediceo”. Le Vie Cave sono, in effetti, dei percorsi scavati nella roccia tufacea dagli etruschi che possono raggiungere la lunghezza massima di un chilometro e l’altezza di circa 25 metri.
Molto belle sono le ceramiche finemente decorate con fregi di animali, rinvenute nella Necropoli di San Giovanni, risalenti al VI – III secolo a.C. Il museo archeologico Alberto Manzi è all’aperto e prevede un percorso didattico per immergersi nella storia e nel patrimonio locale. Si tratta di resti di epoca Etrusca, e può vantare una Necropoli perfettamente conservata, dove potrete ammirare numerosi reperti rinvenuti all’interno delle sepolture. Questa bellissma fontana si trova in Piazza della Repubblica in pieno centro storico. Essa venne costruita nel XVI secolo, più precisamente nel 1545 per volontà della famigli Orsini. Il nome la Fontana delle Sette Cannelle è stato dato nel Settecento, frazie all’apertura di tutti e sette i rubinetti.
- Questo splendido centro storico toscano è immerso in un paesaggio collinare idilliaco e fuori dal tempo.
- Dal 1293 in poi, la Fortezza passò alla famiglia Orsini, dalla quale ha preso poi il suo nome.
- Il Monte Argentario raggiunge il punto più alto in corrispondenza di Punta Telegrafo (635 m.) ed è caratterizzato da un territorio completamente montuoso, addolcito unicamente dall’opera dell’uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltiva prevalentemente la vigna.
- Gli ebrei di Pitigliano costituirono le proprie case proprio alle spalle della Cattedrale della città ed eressero la Sinagoga.
- Dopodiché si prosegue nella vegetazione all’interno della Via Cava del Gradone che conduce alla “città dei morti” dove inizialmente si incontrerà la Necropoli del Gradone immersa in un bosco rigoglioso.
L’aspetto attuale del palazzo Orsini è un mix di torri unite a un torrione e una sommità in merletti che ne caratterizzano l’aspetto. Attraverso una breve rampa si arriva alla porta dotata di un arco tondo e che ci mette in comunicazione diretta con il cortile interno. Qui si affacciano una serie di loggiati che si basano su colonne dai capitelli ionici. Invece sulle cannelle da cui l’acqua sgorga nella vasca centrale sono poste delle decorazioni a tema animale. Nel secolo successivo, invece, vennero aggiunte le successive 13 arcate di dimensioni più contenute.
Le tombe tutte visitabili, sono ormai state spogliate di tutti gli oggetti che contenevano, ma mantengono in ogni caso una atmosfera misteriosa che vi affascinerà facendo viaggiare nel tempo la vostra fantasia. La storia racconta dei molti ebrei che, per sfuggire alle persecuzioni di Cosimo II de Medici che voleva rinchiuderli nei ghetti solo di alcune grandi città, si rifugiarono nella Maremma. Questo dolce nacque quindi per rappresentare gli ebrei cacciati dalle proprie case dai gendarmi dei Medici che, proprio con un bastone chiamato appunto “sfratto”, battevano sulla porta delle abitazioni comandando venissero abbandonate dagli ebrei residenti. Fra le feste locali fatevi il nodo al fazzoletto per la Torciata di San Giuseppe di Pitigliano. Nata moltissimi secoli fa, si dice fin dal tempo degli etruschi, come rito propiziatorio dell’arrivo della Primavera, la Torciata è stata resa rito cristiano durante il periodo medioevale e gli è stato attribuito il giorno di San Giuseppe.
La nostra visita a Pitigliano continua spostandoci in via Generale Orsini dove raggiungeremo lachiesa di Santa Maria e San Roccoin stile romanico di origini duecentesche (probabilmente la più antica di Pitigliano) piccola ed affascinante, il suo interno è decisamente suggestivo. Raggiungiamo quindi via Zuccarelli dove inizia ilGhetto Ebraicoampiamente descritto di seguito. In fondo al rione Capisotto, là dove le vie antiche si ritrovano, c’è la Chiesa di S.